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La scrittura arriver come un infarto in una notte dautunno

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La scrittura arriverà, ancora, innumerevoli volte, nella vita,

spazzando via i colonnelli come una rivoluzione

buttando a mare ogni ammiraglio,

arriverà, ancora, a marchiare i dorsi delle mani

timbrate dall’ardore dei carboni,

a spolverare meccanici chiusi in una bara,

artisti nello stringere, tra dita morte, chiavi inglesi,

e arriverà, ancora, regolare come l’orario d’un carro funebre.

 

La scrittura arriverà, sciacquando tonache e babydoll

nelle maree di fango degli tsunami,

sommergendo ogni reazione nell’atonia frenetica dell’attesa,

trascinando via, nel moto ondoso della risacca, incrostazioni somatiche,

sentimenti insaziabili, stress da malattia, sogni / progetti,

frustrazioni da flessibilità lavorativa, nuovi amori,

irrigando i relitti immersi nelle nostre tasche

d’uomini di città.

 

La scrittura arriverà come un infarto in una notte d’autunno

arriverà sparendo, senza concederci l’ardire d’acconsentire,

e sparirà, arrivando,

condannandoci a rimanere a mani vuote.

 

     [Patroclo non deve morire, 2013]

 Ivan Pozzoni - 08/04/2018 14:54:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Grazie, Valentina...

 Valentina Gatto - 08/04/2018 14:00:00 [ leggi altri commenti di Valentina Gatto » ]

Capace di toccare corde del cuore ormai sopite. Complimenti! 😊

 Ivan Pozzoni - 24/03/2018 14:35:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Per me è semplice camorra letteraria.

 Klara Rubino - 24/03/2018 14:03:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Pare essere una questione di marketing: categorizzazioni che consentono di prevedere che i fruitori fedeli non apprezzerebbero quelle pubblicazioni in quanto appartenenti ad un diverso target di riferimento!
Questo approccio, applicato in ambito culturale, è distruttivo, applicato all’arte è riduttivo, certo non lusinghiero né per il fruitore d’arte né per l’artista.
La poesia è uno stimolo per il lettore che può sorprendersi addirittura di sé stesso grazie ad essa; può anche rimanerne infastidito e poi col tempo rendersi conto del fatto che quel testo toccava tasti inquietanti, che ci si vorrebbe nascondere,e che ha lavorato dentro di noi, cambiandoci.
Anche per lo stile vale lo stesso discorso.
Qualità e portata umana dovrebbero essere gli unici argini.

 Ivan Pozzoni - 24/03/2018 12:05:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

La risposta della redazione di una rivista italiana di regime all’invio di miei testi (accettati immediatamente in Francia e Albania): «Non le farò tutta la storia, ma la rivista, fondata da xxx xxx, nasce su una linea di espressionismo. Poi, per la verità, un po’ corretta da me, aperta a un maggiore pluralismo espressivo. Ma sempre piuttosto distante da atteggiamenti neo-futuristi (?!), non le pare?». Mia risposta: «[…] il pluralismo espressivo non dovrebbe avere limiti, non ti pare? […]». Hai capito: evviva il pluralismo espressivo ristretto delle riviste di regime!

 Klara Rubino - 24/03/2018 10:24:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

"I relitti immersi nelle nostre tasche" è davvero notevole, tutto da immaginare!
Molto efficace pure l’accostamento tra l’infarto e l’arrivare sparendo della poesia, lasciandoci...
a mani vuote,
senza neanche averci chiesto il consenso.

Resta quest’idea della poesia come forza di natura, dall’uomo inarrestabile, che come uno tsunami distrugge, porta via, ma con un senso di rinnovamento e di giustizia.

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